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Lungi da me ad alzarmi a critico letterario ma col tempo mi sono reso conto che se pur Enoch riesca sempre a cogliere il mio amore per il fantasy non riesce a fare altrettanto col suo stile narrativo. Il libro ha quella brutta sindrome da "spiegoni" tipica di molti Bonelli in cui l'ho conosciuto e in cui mi sono tuffato avido e sono uscito deluso da un format che non vuole indirizzarsi sulla propria crescita narrativa, neanche all'interno di un singolo volume. Per chi conosce Dragonero a fumetti direi che siamo nell'ambito"pre regine nere", ovviamente come situazione temporale, ma anche per la dimensione dei personaggi. La cosa che però mi lascia attonito è: perché voler spiegare come funziona la magia?
Secondo romanzo di Dragonero e a mio parere nettamente migliore del primo, Enoch racconta una storia che si sarebbe tradotta in un ciclo fumettistico di grande potenza e mette in luce la faticosa eccezionalità del protagonista con grande maestria. Ha il pregio di creare un bel lavoro di world-building e nel contempo di entrare in modo continuativo nella mente di Ian, come nella serie regolare poche volte si è riusciti a fare. Assolutamente consigliato.
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